mercoledì 13 aprile 2016

Captain America: Dimensione Z

In queste settimane di totale vuoto mi sono dato alla lettura di fumetti a sfondo fantascientifico, uno tra questi è Captain America: Dimensione Z, che consiglio vivamente anche agli appassionati della mera fantascienza. 
Per qualcuno può sembrare strano accostare il patriottico Steve Rogers alla fantascienza, ma in realtà il capitano è molto avvezzo a ritrovarsi in situazioni di stampo Sci-Fi, basti pensare al fatto che Steve non è altro che il risultato di una sperimentazione scientifica mirata a migliorare i soldati sotto il profilo fisico. 
Dimensione Z ha una forte componente Sci-fi e per alcuni momenti ho perfino dimenticato che si trattasse di un fumetto Marvel. Per chi l'avesse letto, le ambientazioni ricordano molto Black Science di Remender e Scalera, d'altronde è proprio Remender lo sceneggiatore di Dimensione Z. 

Captain America si trova a fronteggiare una difficile scelta, ovvero quella di lasciarsi andare alla vita coniugale con Sharon, l'agente 13, che gli propone addirittura di convolare a nozze. Il tutto però passa radicalmente in secondo piano quando il capitano viene catturato grazie a una trappola da Arnim Zola, uno dei nemici storici di Captain America. 
Steve sarà catapultato nella dimensione Z, una sorta di universo parallelo dominato da Zola.
Zola in effetti è il vero e proprio Dio della dimensione Z, infatti la maggior parte delle creature che popolano le mostruose lande circostanti al castello dello stesso Zola sono create da Arnim stesso. 

mercoledì 30 marzo 2016

Amo i gestori telefonici.

Questo mese, ovvero marzo, è stato il più incasinato della mia vita. Io e la mia famiglia ci siamo trasferiti in un altro appartamento. Mio fratello ha avuto la brillante idea di cambiare gestore, ma col senno di poi è stata una pessima scelta! 
Il suddetto nuovo gestore ci ha messo praticamente quasi due mesi per attaccarci la nuova linea. Sorprendente? Purtroppo no, visto che girando sul web ho letto di esperienze simili alla mia, anzi, con mio sommo dispiacere ho scoperto che il gestore in questione non riesce mai a completare l'installazione in meno di un mese. 
Comunque, tutto questo per dirvi che oggi finalmente la linea è tornata e con essa la mia voglia di aprire gli occhi la mattina. Può sembrare un discorso terribile, ma devo rassegnarmi all'idea che ormai senza un pc munito di connessione le mie giornate diventano insostenibili, sono perfino finito nel circolo vizioso del televideo, pur di racimolare qualche informazione dal mondo. In compenso credo di non aver letto così tanto in tutta la mia vita. 

mercoledì 16 marzo 2016

Sci-Comics: Paperoga eroe dello spazio - Scienza Papera

Quante volte vi è capitato di comprare la prima uscita di un fumetto in edicola, magari di quelli allegati alla Gazzetta dello Sport, per poi ignorare completamente il resto delle uscite perché troppo care? Personalmente ho perso il conto, anche perché la cadenza settimanale diventa terribilmente insostenibile, soprattutto quando il prezzo si aggira intorno ai 10 euro. 
La storia di cui voglio parlarvi è contenuta appunto in fumetto uscito qualche settimana fa con il Corriere della Sera, ovvero Scienza Papera. La collana raccoglie storie ambientate a Paperopoli (o quasi) tutte riguardanti la scienza e la fantascienza, insomma non potevo proprio farmi scappare il primo numero, soprattutto perché il prezzo per accaparrarsi questo gioiellino è irrisorio (solo un euro).
Il primo numero della collana è dedicato alle esplorazioni spaziali, una vera chicca per ogni appassionato di fantascienza e Topolino. All'interno del primo volume, oltre a un ricco materiale redazionale, sono contenute le seguenti storie a fumetti:

  • Paperoga eroe dello spazio (testi: Roberto Gagnor disegni: Claudio Sciarrone)
  • Paperino e la penuria ferrosa (testi: Silvano Mezzavilla disegni: Giorgio Cavazzano)
  • Topolino e Pippo pionieri a Straluna (testi: Diego Fasano disegni: Giuseppe Della Santa)
  • Archimede e l'irresistibile policalamita (testi: Augusto Macchetto disegni: Danilo Barozzi)
  • Luna x 2: L'astroradio (testi Rudy Selvagnini disegni: Lorenzo Chiavini)

mercoledì 9 marzo 2016

Piccola rettifica!

Più che un post questo è uno stato di facebook. 


Mi sono reso conto nel corso di questa avventura con il blog che preferisco scrivere di fantascienza. Ci ho pensato più di una volta su e mi sono deciso a cambiare un po' l'andazzo, anche perché sono sotto i dieci post, il blog è da considerare ancora giovine, insomma i pianeti sono allineati. 
Tutto ciò per dirvi che ho deciso di cambiare l'URL e di conseguenza il nome al blog. Mi sono divertito tantissimo a parlare di wannabe, ma il tutto era nato per un flame con alcuni membri di un gruppo di fumetto su facebook. Il blog però non sembra la solita landa deserta che mi sono trovato a gestire negli anni scorsi, così ho pensato che magari potrei dedicarmici un po' di più, ma mi sembra stupido proseguire sulla linea del "i wannabe dovrebbero smetterla" e di iniziare a programmare la settimana, postare con regolarità, fare il blogger serio ecco. 
I post sui romanzi di fantascienza sono quelli di cui sono più orgoglioso, magari sono scritti malissimo, però mi sono divertito tantissimo a buttarli giù e vorrei proseguire su questa strada. 

venerdì 4 marzo 2016

Lo Chiamavano Jeeg Robot

Sono uscito da poche ore dal cinema, ma già sento il bisogno di imbrattare il web con le mie considerazione su Lo chiamavano Jeeg Robot.

Nelle scorse settimane se n'è parlato tanto, ma non ero riuscito a farmi un'idea di come potesse essere realmente questa pellicola. 
Il film è molto bello, lo è davvero, e  non lo dico solo per tutto quello che c'è intorno a questa produzione, lo dico perché in sala mi sono emozionato, mi sono innervosito, ho riso e per un attimo mi è anche scesa la lacrimuccia. Non è forse questo che deve fare un film? Emozionare?

Ebbene come ho detto molti hanno dovuto dire la loro sul film di Gabriele Mainetti e devo ammettere di averne sentite di tutti i colori. Devo purtroppo premettere che le peggiori cavolate le hanno sparate i miei simili, ovvero i wannabe. C'è gente che ha detto: "Perché chiamare il film Jeeg Robot se il film non parla di Jeeg Robot?!?" oppure "Eh mo dobbbbiamo fare le cose degli ammericani per poter portare i gggiovani al cinema!!!". La cosa più sconcertante è che il film non è affatto un'americanata, anzi, il film ha tutti gli stilemi del cinema autoriale italiano, ovviamente con tutte le eccezione del caso. 

lunedì 29 febbraio 2016

And the Oscar goes to…


Sì, banalotto come titolo, ma se lo usa Repubblica voglio farlo anche io! 
Questo è un post senza pretese: non sono un esperto di cinema, anzi, ma devo in qualche modo dire la mia sull'ultima edizione degli Oscar, anche perché ormai sono quasi 6 anni che faccio la diretta notturna, ma non sono mai riuscito a dire la mia sulle premiazioni. Sarò molto breve. (alcuni premi non ci sono perché non ho visto i relativi film, era davvero troppa roba da recuperare!).

venerdì 26 febbraio 2016

La cosa da un altro mondo - John W. jr. Campbell (1938)

Ritorno con un post scritto di getto, perché in questi giorni non ho avuto affatto la possibilità di avvicinarmi a un pc, ma ho troppa voglia di parlare dell'ultimo arrivo sulla mia libreria!
Nell'ultima settimana sono stato a casa di amici, nella zona di Caserta, che mi hanno accompagnato in un carinissimo mercatino delle pulci. Breve premessa: io adoro i mercatini, anche perché si trovano una miriade di libri usati al costo di un euro, insomma il paradiso in terra. Molto spesso si trova anche tantissima fantascienza e fantasy, vi lascio immaginare il mio giubilo. A tal proposito una mia amica mi ha regalato un'antologia, per la precisione Il grande libro della fantascienza classica ed è proprio di questo librone che voglio parlarvi oggi.

L'antologia è parecchio datata, non solo per quanto riguarda la stampa del suddetto librone, ma anche per le sue condizioni. La pellicola trasparente è quasi totalmente rovinata e, come potete immaginare, le pagine sono completamente ingiallite. Eppure qualcosa mi diceva di aver fatto un affarone, considerando che non ho neanche pagato per accaparrarmi il libro.
Sfogliando le pagine mi sono accorto che l'introduzione è stata scritta da un certo signor Asimov, insomma mica pizza e fichi. Quello che però mi ha veramente riempito di gioia è una delle short story contenute nell'antologia. Sto parlando di Who Goes There? di John W. Campbell Jr. Un racconto famoso soprattutto per le sue trasposizioni cinematografiche, ovvero La cosa da un altro mondo e La cosa (ci sarebbe una terza pellicola, del 2011, ma provo profonda tristezza nell'annoverarla accanto a due mostri sacri della fantascienza).

martedì 16 febbraio 2016

Heinlein - Fanteria dello spazio (1962)

Quando ho iniziato a leggere fantascienza, decisi che il modo migliore per approcciarsi ad un genere fosse partire dalle basi, mi gettai a capofitto quindi in tutti quei romanzi pubblicati nel dopoguerra. Andando a zonzo su internet e consultando anche La Storia Illustrata della Fantascienza, è saltato fuori che questo periodo è denominato epoca d'oro della fantascienza, un po' come la golden age dei fumetti americani insomma. Sì, io non sapevo neanche questo durante il liceo, ma come ho già detto altre volte sul blog: non leggevo parecchio prima dei diciassette.

Inutile dirvi che mi sono immediatamente innamorato della letteratura sci-fi, anzi devo praticamente la mia passione alla fantascienza scritta proprio agli anni 50'-60'. Tra la letteratura di quel tempo, Heinlein è uno degli autori che preferisco, anche se fino a ora mi sono limitato a leggere qualche romanzo rivolto ai ragazzi, tra cui Fanteria dello Spazio. Sebbene il romanzo sia in prima persona, una tecnica narrativa che non amo, Heinlein è riuscito a farmi amare ogni capitolo, riuscendo a ribaltare il mio pregiudizio. 
Il titolo potrebbe ingannare chi si approccia all'autore per la prima volta, infatti anche io, quando presi tra le mani la mia fantastica copia Urania per la prima volta, mi ritrovai piuttosto spiazzato. Mi aspettavo parecchia azione, combattimenti, campi di battaglia e chi più ne ha più ne metta, anche perché il primo capitolo è pieno zeppo di alieni e azioni militari! In realtà gran parte del romanzo è ambientata nell'accademia militare.


lunedì 15 febbraio 2016

Asimov - La fine dell'eternità (1955)

Quando ho aperto questo blog, mi ero promesso di scrivere soprattutto recensioni letterarie. Quindi eccoci qui, con questo primo esperimento.
Principalmente leggo fantascienza e sono un tantino ossessionato da Asimov, ho scelto dunque di partire proprio con un suo romanzo, ovvero La fine dell'eternità, riletto la settimana scorsa.

La prima volta che lessi questo romanzo andavo alle superiori, mi stavo avvicinando proprio in quei mesi alla lettura vera, quella hardcore per intenderci. Leggevo davvero poco prima dei diciassette anni, oggi un po' me ne pento, fortuna che durante tutti questi anni sono riuscito a recuperare.
Ho scelto La fine dell'eternità perché è il mio romanzo di fantascienza preferito in assoluto, non solo perché tratta il tema del viaggio nel tempo con un piglio nuovo, soprattutto se consideriamo l'anno in cui è stato pubblicato, ma perché mi ha avvicinato al mondo della letteratura sci-fi. Insomma ho deciso di giocare in casa, anche perché non mi sento affatto capace di recensire romanzi.

sabato 13 febbraio 2016

Dylandogge: Color Fest 16 - Tre passi nel delirio

Partiamo da questo presupposto: un buon wannabe legge Dylan Dog. Spesso però se ne lamenta come se non ci fosse un domani, perché lui è un lettore navigato, esperto, ma soprattutto informato. Io invece ho iniziato a leggere Dylan da circa un annetto, precisamente dal numero 337, vi lascio immaginare la mia conoscenza del personaggio. Però ho imparato ad apprezzarlo, anzi, a dirla tutta ho iniziato ad avvicinarmi al fumetto seriale italiano proprio grazie all'indagatore dell'incubo.

I Color Fest sono un'ottima possibilità per noi lettori gggiovani di poter apprezzare questo personaggio pur non sapendo quanti peli ha sul pube. Le storie sono sperimentali, non sono quindi scritte e disegnate con lo stile che contraddistingue gli albi di Dylan Dog, per non parlare del fatto che sono una vetrina fantastica per artisti incredibili.

venerdì 12 febbraio 2016

Chiudete questo blog.

Ho perso il conto dei blog ho aperto durante gli ultimi due anni. Anzi, lo dico per precauzione, vi consiglio di non farvi piacere più di tanto i miei contenuti, non che ci sia il pericolo che succeda, ma è probabile che come gli altri anche questo blog venga abbandonato.
Sì, questo è a tutti gli effetti un diario. Oltre alle mie disavventure da wannabe, posterò recensioni, riflessioni e tutta roba di cui non importa a nessuno, ma fa figo e ritengo di dover pubblicare anche io qualcosa sul webbe.

Prima di lanciarmi in questa cosa, trovo doveroso spiegare cos'è un wannabe. Potreste googlarlo, certo, ma non troverete la definizione di wannabe italiano. Il wannabe italiano è una creatura antropomorfa che sopravvive nella vana speranza un giorno di riuscire a diventare qualcuno pur non facendo un cazzo. Esattamente quello che faccio io. Ok, diciamo che io qualcosa la faccio, anche perché se non stessi facendo nulla non avrei aperto questo blog. Torniamo a noi. Il wannabe italiano nello specifico è legato al mondo della letteratura e del fumetto. Insomma due mondi quasi inaccessibili, ma questa è una vitaccia e uno deve pur sognare.
Il prototipo perfetto è trentenne, ancorato alle sue convinzioni da “eh ma la roba anni ottanta era meglio” e soprattutto è un super mega espertone, soprattutto quando il wannabe in questione è un fan del fumetto italiano, bonellidi in particolare. Io invece sono ignorante. Non lo dico per fare il tipo controcorrente eh, sono davvero ignorante, anzi con ogni probabilità non sono nemmeno bravo a scrivere, però anche i bambini ciccioni e scoordinati hanno il diritto di sognare di diventare calciatori!

Scrivo per diversi siti d'informazione pop e nerd, solo che lì c'è gente che corregge le puttanate che posto, mentre qui tutto è nelle mie mani e con queste premesse potete ben capire che ne uscirà un mappazzone, però oh, io vi ho avvertito.