tag:blogger.com,1999:blog-79074396764156853302024-03-05T22:15:27.490+01:00La capsula del BlognautaBlognautahttp://www.blogger.com/profile/14609920452556362285noreply@blogger.comBlogger11125tag:blogger.com,1999:blog-7907439676415685330.post-83594436612334875522016-04-13T14:44:00.001+02:002016-04-13T14:44:42.868+02:00Captain America: Dimensione Z<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.havocpoint.it/wp-content/uploads/2015/04/2c80c615547e0d9fe05fc891155945f5.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.havocpoint.it/wp-content/uploads/2015/04/2c80c615547e0d9fe05fc891155945f5.jpg" height="400" width="263" /></a></div>
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In queste settimane di totale vuoto mi sono dato alla lettura di fumetti a sfondo fantascientifico, uno tra questi è<b> Captain America: Dimensione Z</b>, che consiglio vivamente anche agli appassionati della mera fantascienza. </div>
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Per qualcuno può sembrare strano accostare il patriottico <i>Steve Rogers</i> alla fantascienza, ma in realtà il capitano è molto avvezzo a ritrovarsi in situazioni di stampo <i>Sci-Fi</i>, basti pensare al fatto che Steve non è altro che il risultato di una sperimentazione scientifica mirata a migliorare i soldati sotto il profilo fisico. </div>
<div style="text-align: justify;">
Dimensione Z ha una forte componente Sci-fi e per alcuni momenti ho perfino dimenticato che si trattasse di un fumetto Marvel. Per chi l'avesse letto, le ambientazioni ricordano molto Black Science di Remender e Scalera, d'altronde è proprio Remender lo sceneggiatore di Dimensione Z. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Captain America si trova a fronteggiare una difficile scelta, ovvero quella di lasciarsi andare alla vita coniugale con <b>Sharon</b>, l'agente 13, che gli propone addirittura di convolare a nozze. Il tutto però passa radicalmente in secondo piano quando il capitano viene catturato grazie a una trappola da Arnim Zola, uno dei nemici storici di Captain America. </div>
<div style="text-align: justify;">
Steve sarà catapultato nella dimensione Z, una sorta di universo parallelo dominato da Zola.</div>
<div style="text-align: justify;">
Zola in effetti è il vero e proprio Dio della dimensione Z, infatti la maggior parte delle creature che popolano le mostruose lande circostanti al castello dello stesso Zola sono create da Arnim stesso. </div>
<br />
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
In questi due volumi (<b style="font-style: italic;">Perduto nella Dimensione Z </b>e <b style="font-style: italic;">Fuga dalla Dimensione Z</b>) viene messo in </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://comicsalliance.com/files/2014/03/captain-america-6-630x405.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="http://comicsalliance.com/files/2014/03/captain-america-6-630x405.png" height="205" width="320" /></a></div>
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risalto soprattutto la forza d'animo del capitano e viene ancora una volta sottolineata la sua grande umanità, infatti Steve salverà il figlio di Zola ancora neonato e lo crescerà come figlio suo, allontanandolo dunque dalle grinfie del malvagio Arnim.</div>
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Ho apprezzato molto vedere un Captain America debole, un uomo vittima di una serie di eventi che lo porteranno a credere di aver creduto in un falso ideale. Steve si ritroverà sperduto non solo nella Dimensione Z, ma anche nella sua anima, nel suo modo di essere. Mi è piaciuto molo Zola come antagonista, certo la sua storia editoriale non si discute, ma in questi 12 numeri è riuscito a mettere in seria difficoltà il capitano, d'altronde è questo che un buon villain deve fare, distruggere le certezze dell'eroe, dargli quel colpo così ben assestato da trasformarlo per sempre, anche una volta terminata la vicenda. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le conseguenze post Dimensione Z sono piuttosto considerevoli. Steve sarà costretto a vagare per la Dimensione creata da Zola per 12 anni. Certo, sulla terra sono passati solo 30 minuti, ma in effetti il capitano ha passato più tempo nella Dimensione Z che a New York da quando è stato scongelato, quel mondo moderno che già gli sembrava "diverso", adesso è diventato quasi alieno. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ovviamente non va assolutamente dimenticata la terribile battaglia finale contro Zola, che porterà via a Steve davvero tanto. Insomma la carne al fuoco è davvero tanta e questo ciclo di 12 numeri ha davvero sconvolto l'intera mitologia del capitano a stelle e strisce. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Un ottimo punto di partenza per i nuovi lettori che sono incuriositi da uno dei personaggi più emblematici della storia <b>Marvel</b>, tra le altre cose a breve uscirà <b>Captain America: Civil War</b> al cinema, quindi quale momento migliore per recuperare questa perla? </div>
Blognautahttp://www.blogger.com/profile/14609920452556362285noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7907439676415685330.post-73231939618804837042016-03-30T18:24:00.001+02:002016-03-30T18:24:33.513+02:00Amo i gestori telefonici. <div style="text-align: justify;">
Questo mese, ovvero marzo, è stato il più incasinato della mia vita. Io e la mia famiglia ci siamo trasferiti in un altro appartamento. Mio fratello ha avuto la brillante idea di cambiare gestore, ma col senno di poi è stata una pessima scelta! </div>
<div style="text-align: justify;">
Il suddetto nuovo gestore ci ha messo praticamente quasi due mesi per attaccarci la nuova linea. Sorprendente? Purtroppo no, visto che girando sul web ho letto di esperienze simili alla mia, anzi, con mio sommo dispiacere ho scoperto che il gestore in questione non riesce mai a completare l'installazione in meno di un mese. </div>
<div style="text-align: justify;">
Comunque, tutto questo per dirvi che oggi finalmente la linea è tornata e con essa la mia voglia di aprire gli occhi la mattina. Può sembrare un discorso terribile, ma devo rassegnarmi all'idea che ormai senza un pc munito di connessione le mie giornate diventano insostenibili, sono perfino finito nel circolo vizioso del televideo, pur di racimolare qualche informazione dal mondo. In compenso credo di non aver letto così tanto in tutta la mia vita. </div>
<br />Blognautahttp://www.blogger.com/profile/14609920452556362285noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-7907439676415685330.post-28312601847106316042016-03-16T10:30:00.000+01:002016-03-16T10:30:18.163+01:00Sci-Comics: Paperoga eroe dello spazio - Scienza Papera<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://static2.store.corriereobjects.it/is-bin/intershop.static/WFS/RCS-RCS_CStore-Site/RCS/it_IT/Stores/GAA/0/3/6/GAA0360001.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://static2.store.corriereobjects.it/is-bin/intershop.static/WFS/RCS-RCS_CStore-Site/RCS/it_IT/Stores/GAA/0/3/6/GAA0360001.png" height="320" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Quante volte vi è capitato di comprare
la prima uscita di un fumetto in edicola, magari di quelli allegati
alla Gazzetta dello Sport, per poi ignorare completamente il resto
delle uscite perché troppo care? Personalmente ho perso il conto, anche perché la cadenza settimanale diventa terribilmente insostenibile, soprattutto quando il prezzo si aggira intorno ai 10 euro. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
La storia di cui voglio parlarvi è
contenuta appunto in fumetto uscito qualche settimana fa con il
Corriere della Sera, ovvero <b>Scienza Papera</b>. La collana raccoglie
storie ambientate a Paperopoli (o quasi) tutte riguardanti la scienza
e la fantascienza, insomma non potevo proprio farmi scappare il primo
numero, soprattutto perché il prezzo per accaparrarsi questo
gioiellino è irrisorio (solo un euro).
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Il primo numero della collana è
dedicato alle esplorazioni spaziali, una vera chicca per ogni
appassionato di fantascienza e Topolino. All'interno del primo
volume, oltre a un ricco materiale redazionale, sono contenute le
seguenti storie a fumetti:
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li><i>Paperoga eroe dello spazio</i> (testi:
<b>Roberto Gagnor</b> disegni: <b>Claudio Sciarrone</b>)</li>
<li><i>Paperino e la penuria ferrosa</i> (testi:
<b>Silvano Mezzavilla</b> disegni: <b>Giorgio Cavazzano</b>)</li>
<li><i>Topolino e Pippo pionieri a Straluna
</i>(testi: <b>Diego Fasano</b> disegni: <b>Giuseppe Della Santa</b>)</li>
<li><i>Archimede e l'irresistibile
policalamita</i> (testi: <b>Augusto Macchetto</b> disegni: <b>Danilo Barozzi</b>)</li>
<li><i>Luna x 2: L'astroradio </i>(testi<b> Rudy
Selvagnini</b> disegni: <b>Lorenzo Chiavini</b>)</li>
</ul>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<a name='more'></a>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Tutto questo lunghissimo preambolo per
parlavi della prima storia che si trova nel primo numero di Scienza
Papera: <b>Paperoga eroe dello spazio</b>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
La storia scritta da <b>Roberto Gagnor</b> è
una simpaticissima parodia di <b>Star Wars</b> in salsa papera. L'eroe è
appunto Paperoga, uno dei miei personaggi preferiti di Paperopoli,
che ha riscosso un discreto seguito nell'ultimo periodo, anche grazie alla riscrittura del personaggio in Paperi Vol 1: Paperugo (Shockdom) realizzata dai fratelli Rincione, </div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
La vicenda si apre con Paperino e
Paperoga che fanno la guardia al deposito di Paperone,<b>Giorgius</b>, il capitano della nave.
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.topolino.it/assets/STORIE-EDICOLA/30074.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://www.topolino.it/assets/STORIE-EDICOLA/30074.jpg" height="320" width="238" /></a></div>
preoccupato
per un agguato della banda bassotti, ma il tutto viene interrotto
dall'improvviso dal naufragio spaziale di un UFO. Gli alieni
all'interno della navicella convinceranno Paperone e i suoi due nipoti
ad accompagnarli sul loro pianeta natale. Sarà soprattutto Paperone
che spingerà per partire, ingolosito dalla lauta ricompensa promessa
da <br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Dopo la parte iniziale Gagnor ribalta
le carte in tavola e giocando con la conoscenza del lettore
dell'universo di Star Wars mette sul tavolo colpi di scena e
simpaticissime gag studiate ad arte. È interessante come lo
sceneggiatore abbia giocato con una storia ultra conosciuta,
trasformandola e capovolgendola a proprio piacimento. Una delle
parodie di Star Wars più divertenti che io abbia mai letto (o visto
nel caso di Balle Spaziali, capolavoro immenso).
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
La storia prosegue tra una gag e l'altra, inserendo anche una storia d'amore, quella tra Paperoga e <b>Bijou</b>, che ci riporta alla discussione iniziale sull'amore tra Paperino e lo stesso Paperoga. L'humor lascia spazio anche a un filino di <b>drama, </b>che esplode soprattutto nelle pagine finali del fumetto. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
I disegni di <b>Sciarrone </b>si fondono
perfettamente alla sceneggiatura scritta da Gagnor, giocando un ruolo
fondamentale nel legare Paperoga eroe dello spazio alla saga di Star
Wars. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il design dei personaggi è praticamente perfetto, tanto da ricopre
infatti un ruolo fondamentale nella riuscita della parodia,
diventando quasi parte integrante delle gag.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Il mio consiglio è quello di
recuperare assolutamente questo volumetto. Purtroppo il prezzo che ho
indicato all'inizio del post era quello di lancio, quindi ora per potersi
accaparrare Scienza Papera 1 bisognerà sborsare 6.99€, un prezzo
comunque onesto considerando le 175 pagine e la pregevole edizione!</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><i><br />
</i></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><i>"Comprare o non comprare! Non c'è
sfogliare!"</i></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br />
</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
Blognautahttp://www.blogger.com/profile/14609920452556362285noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-7907439676415685330.post-22209635170730669792016-03-09T02:09:00.000+01:002016-03-09T02:09:45.378+01:00Piccola rettifica!<div style="text-align: justify;">
Più che un post questo è uno stato di facebook. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Mi sono reso conto nel corso di questa avventura con il blog che preferisco scrivere di fantascienza. Ci ho pensato più di una volta su e mi sono deciso a cambiare un po' l'andazzo, anche perché sono sotto i dieci post, il blog è da considerare ancora giovine, insomma i pianeti sono allineati. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tutto ciò per dirvi che ho deciso di cambiare l'URL e di conseguenza il nome al blog. Mi sono divertito tantissimo a parlare di wannabe, ma il tutto era nato per un flame con alcuni membri di un gruppo di fumetto su facebook. Il blog però non sembra la solita landa deserta che mi sono trovato a gestire negli anni scorsi, così ho pensato che magari potrei dedicarmici un po' di più, ma mi sembra stupido proseguire sulla linea del "i wannabe dovrebbero smetterla" e di iniziare a programmare la settimana, postare con regolarità, fare il blogger serio ecco. </div>
<span style="text-align: justify;">I post sui romanzi di fantascienza sono quelli di cui sono più orgoglioso, magari sono scritti malissimo, però mi sono divertito tantissimo a buttarli giù e vorrei proseguire su questa strada. </span>Blognautahttp://www.blogger.com/profile/14609920452556362285noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-7907439676415685330.post-31099776965568042682016-03-04T02:27:00.000+01:002016-03-12T01:33:51.450+01:00Lo Chiamavano Jeeg Robot<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.artslife.com/wp-content/uploads/2016/02/lo-chiamavano-jeeg-robot-poster1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.artslife.com/wp-content/uploads/2016/02/lo-chiamavano-jeeg-robot-poster1.jpg" height="400" width="280" /></a></div>
Sono uscito da poche ore dal cinema, ma già sento il bisogno di imbrattare il web con le mie considerazione su <b>Lo chiamavano Jeeg Robot</b>.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nelle scorse settimane se n'è parlato tanto, ma non ero riuscito a farmi un'idea di come potesse essere realmente questa pellicola. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il film è molto bello, lo è davvero, e non lo dico solo per tutto quello che c'è intorno a questa produzione, lo dico perché in sala mi sono emozionato, mi sono innervosito, ho riso e per un attimo mi è anche scesa la lacrimuccia. Non è forse questo che deve fare un film? Emozionare?</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ebbene come ho detto molti hanno dovuto dire la loro sul film di<b> Gabriele Mainetti </b>e devo ammettere di averne sentite di tutti i colori. Devo purtroppo premettere che le peggiori cavolate le hanno sparate i miei simili, ovvero i wannabe. C'è gente che ha detto: "<i>Perché chiamare il film Jeeg Robot se il film non parla di Jeeg Robot?!?"</i> oppure <i>"Eh mo dobbbbiamo fare le cose degli ammericani per poter portare i gggiovani al cinema!!!"</i>. La cosa più sconcertante è che il film non è affatto un'americanata, anzi, il film ha tutti gli stilemi del cinema autoriale italiano, ovviamente con tutte le eccezione del caso. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
La storia è molto semplice (forse qui scatta l'americanata, ma sono loro che hanno inventato i<i>straordinari poteri cosmici </i>(<i>in un minuscolo spazio vitale</i>... ah no? scusate.).<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTkPXL45ceum-Wkhp7_NI80d34ebFk7dLSVs2G4UU3WYrPtcfb5" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="219" src="https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTkPXL45ceum-Wkhp7_NI80d34ebFk7dLSVs2G4UU3WYrPtcfb5" width="320" /></a></div>
supereroi, Mainetti che ci può fare?): un tizio viene a contatto con un rifiuto chimico e miracolosamente ottiene </div>
<div style="text-align: justify;">
Fin qui tutto normale, tutto già visto, la realtà dei fatti però è ben diversa. Lo chiamavano Jeeg Robot non è un film sui supereroi qualsiasi, Lo Chiamavano Jeeg Robot è un film su un supereroe italiano, il ché è ben diverso. Nel film c'è la disoccupazione, c'è la periferia, c'è la fotografia di una paese, l'Italia, che è perfetta. Se un giorno faceste vedere questo film a un ragazzino nato nel 2050 dicendogli "oh guarda che 50 anni fa era così che andavano le cose" sarebbe una perfetta lezione di storia. Però no, sto film è n'americanata, non va visto, che schifo l'Italia. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le pecche ci sono, d'altronde quale film non ha un difetto? Qui il difetto è sicuramente il trucco. Ho odiato l'antagonista della vicenda dal momento in cui è entrato in gioco il trucco. Orribile è dire poco, però bisogna accontentarsi, è un inizio. Sì, perché molti sperano che questo film possa fare da pioniere, possa quindi far capire che in Italia si può fare anche questo tipo di cinema, il cinema di genere, insomma tutto quello che non ha fatto Il Ragazzo Invisibile di Salvadores. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il film è girato benissimo, gli attori sono stati perfetti, che vi serve più per andare al cinema? Che sia gratis? Se fossi ricco pagherei il biglietto a tutti per andare a vedere un film così, italiano, che merita davvero di essere visto. </div>
Blognautahttp://www.blogger.com/profile/14609920452556362285noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7907439676415685330.post-79022987936090166112016-02-29T16:50:00.003+01:002016-02-29T16:50:17.573+01:00And the Oscar goes to…<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8rRPlKRpu4nFha_OTjH_jW6rS1853MOiqoSBPa150C2UP53euLVjbXfM7O6o7sLzJqchgLAmugp-6yJXRbngJi_kiiQMawWJ2BvA31rEvXU-R-lkY_85vFMlvWQDVf3Wh_zy1FJ2HPdrf/s1600/oscar-2015.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="145" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8rRPlKRpu4nFha_OTjH_jW6rS1853MOiqoSBPa150C2UP53euLVjbXfM7O6o7sLzJqchgLAmugp-6yJXRbngJi_kiiQMawWJ2BvA31rEvXU-R-lkY_85vFMlvWQDVf3Wh_zy1FJ2HPdrf/s400/oscar-2015.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sì, banalotto come titolo, ma se lo usa <i><b>Repubblica </b></i>voglio farlo anche io! </div>
<div style="text-align: justify;">
Questo è un post senza pretese: non sono un esperto di cinema, anzi, ma devo in qualche modo dire la mia sull'ultima edizione degli Oscar, anche perché ormai sono quasi 6 anni che faccio la diretta notturna, ma non sono mai riuscito a dire la mia sulle premiazioni. Sarò molto breve. (alcuni premi non ci sono perché non ho visto i relativi film, era davvero troppa roba da recuperare!).</div>
<div style="text-align: justify;">
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: yellow; font-size: large;"><b><i>And the Oscar goes to…</i></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<b><div style="text-align: justify;">
<b>Miglior film</b></div>
</b><i><div style="text-align: justify;">
<i>Il caso Spotlight</i></div>
</i><div style="text-align: justify;">
Assolutamente meritato, non solo per il comparto tecnico, ma anche per il tema trattato. Ormai è diventato facile raccontare storie strappalacrime per accaparrarsi una statuetta, ma durante la visione di Spotlight non ho mai avuto la sensazione che il film fosse girato con l'intento di beccarsi facilmente un premio. Ah, Micheal Keaton è al secondo oscar per miglior film, dove c'è lui le cose brillano, purtroppo verrà sempre snobbato come attore (Batman una volta Batman per sempre).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<b><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</b><div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Miglior regia</b></div>
<i><div style="text-align: justify;">
<i>Alejando G. Inarritu per "Revenant - Redivivo"</i></div>
</i><div style="text-align: justify;">
NO. George Miller è stato letteralmente scippato da un regista, per carità molto bravo, ma che non meritava affatto questo riconoscimento per due anni consecutivi. Mad Max è forse uno dei film meglio girati degli ultimi 10 anni, mentre Revenant resta un ottimo prodotto che però non ha brillato sotto il profilo tecnico (il cavallo che cade nel burrone ne è un ottimo esempio).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<b><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</b><div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Miglior attore</b></div>
<i><div style="text-align: justify;">
<i>Leonardo DiCaprio per "Revenant - Redivivo"</i></div>
</i><div>
<div style="text-align: justify;">
Più che un Oscar come miglior attore mi è parso un oscar alla carriera, preferivo di gran lunga che lo vincesse Cranston con Trumbo, ma non si può avere tutto dalla vita. Purtroppo DiCaprio doveva vincerlo, almeno ce lo siamo tolti dalle scatole. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<b><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</b></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Miglior attrice non protagonista</b></div>
<i><div style="text-align: justify;">
<i>Alicia Vikander per "The Danish Girl"</i></div>
</i><div style="text-align: justify;">
Molto meglio in Ex Machina, ma la Vikander ha davvero meritato la statuetta, anche perché Eddie Redmayne non mi è affatto piaciuto </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<b><div style="text-align: justify;">
<b>Miglior attore non protagonista</b></div>
</b><i><div style="text-align: justify;">
<i>Mark Rylance per "Il ponte delle spie"</i></div>
</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Il ponte delle spie è un capolavoro e Rylance è autore di una performance straordinaria, ma il mio cuore ha fatto leggermente crick nel momento in cui non è stato premiato Stallone. Rocky lo meritava e il pubblico lo gridava a gran voce, un po' come fa lui con Adriana. Andate a vedere Creed e capirete di cosa sto parlando. </div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<b><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</b></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Miglior sceneggiatura originale</b></div>
<i><div style="text-align: justify;">
<i>Josh Singer e Tom McCarthy per "Il caso Spotlight"</i></div>
</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Vale il discorso fatto per miglior film. Una sceneggiatura scritta in modo magistrale, il film è perfetto sotto ogni punto di vista, meritava di gran lunga anche questo riconoscimento. </div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<b><div style="text-align: justify;">
<b>Miglior colonna sonora</b></div>
</b><i><div style="text-align: justify;">
<i>Ennio Morricone per "The Hatefull Eight"</i></div>
</i></div>
<div style="text-align: justify;">
C'era qualche dubbio? Ora, non lo dico solo perché Ennio Morricone è italiano, ma meritava davvero questo riconoscimento, probabilmente è stata l'unica cosa che mi è piaciuta di The Hatefull Eight (Ok, non sono un gran fan di Tarantino, ma sono una persona obiettiva e questo film non è la sua miglior creatura). </div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<b><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</b></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Miglior Fotografia</b></div>
<i><div style="text-align: justify;">
<i>Emmanuel Lubezki per "Revenant - Redivivo"</i></div>
</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Lui se lo merita ogni anno per me. Forse è l'unica cosa di Inarritu che sopporto! </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Tutti i premi tecnici a Mad Max</b></div>
<div style="text-align: justify;">
A conferma dell'incredibile regia di un film che sotto il punto di vista tecnico è praticamente perfetto. Ripeto: uno scempio che Miller non abbia vinto il premio alla regia!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<b><div style="text-align: justify;">
<b>Miglior Effetti Speciali</b></div>
</b><div style="text-align: justify;">
Andrew Whitehurst, Paul Norris, Mark Ardignton e Sara Bennett per "Ex Machina"</div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Come dargli torto? Gli effetti di Ex Machina sono perfetti, aggiungerei che la protagonista femminile risulta essere ancora più sensuale con la sua silhouette robotica, un premio strameritato!</div>
<b><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</b></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Miglior Lungometraggio animato</b></div>
<i><div style="text-align: justify;">
<i>"Inside Out" di Pete Docter e Jonas Rivera</i></div>
</i><div style="text-align: justify;">
Ho letteralmente odiato Inside Out, non ci posso far nulla, anzi ho trovato anche di cattivo gusto la scenetta con Woody e Buzzlightyear, una roba fatta troppo in casa. Purtroppo quando partecipa la Pixar l'oscar è sempre già assegnato, anche nel caso in cui facessero un film pessimo. (Ho sperato con tutto il mio cuore che vincesse Anomalisa...).</div>
<b><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Miglior Cortometraggio di animazione</b></div>
</b><i><div style="text-align: justify;">
<i>"Bear Story" di Bariel Osorio e Pato Escala</i></div>
</i></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Profondamente deluso. World of Tomorrow averebbe dovuto vincere a mani basse, sono felice solo perché è il primo Oscar assegnato al Cile.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
</div>
</div>
Blognautahttp://www.blogger.com/profile/14609920452556362285noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7907439676415685330.post-44938385875438876752016-02-26T10:30:00.000+01:002016-02-26T10:30:00.876+01:00La cosa da un altro mondo - John W. jr. Campbell (1938)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://ecx.images-amazon.com/images/I/71muHnIv05L.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://ecx.images-amazon.com/images/I/71muHnIv05L.jpg" height="400" width="287" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Ritorno con un post scritto di getto,
perché in questi giorni non ho avuto affatto la possibilità di
avvicinarmi a un pc, ma ho troppa voglia di parlare dell'ultimo arrivo sulla mia libreria!</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Nell'ultima settimana sono stato a casa
di amici, nella zona di Caserta, che mi hanno accompagnato in un
carinissimo mercatino delle pulci. Breve premessa: io adoro i
mercatini, anche perché si trovano una miriade di libri usati al
costo di un euro, insomma il paradiso in terra. Molto spesso si trova
anche tantissima fantascienza e fantasy, vi lascio immaginare il mio
giubilo. A tal proposito una mia amica mi ha regalato un'antologia,
per la precisione <b><i>Il grande libro della fantascienza classica</i></b> ed è
proprio di questo librone che voglio parlarvi oggi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
L'antologia è parecchio datata, non
solo per quanto riguarda la stampa del suddetto librone, ma anche per
le sue condizioni. La pellicola trasparente è quasi totalmente
rovinata e, come potete immaginare, le pagine sono completamente
ingiallite. Eppure qualcosa mi diceva di aver fatto un affarone,
considerando che non ho neanche pagato per accaparrarmi il libro.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Sfogliando le pagine mi sono accorto
che l'introduzione è stata scritta da un certo signor <b>Asimov</b>,
insomma mica pizza e fichi. Quello che però mi ha veramente riempito
di gioia è una delle short story contenute nell'antologia. Sto
parlando di <i><b>Who Goes There?</b></i> di <b>John W. Campbell Jr</b>. Un racconto
famoso soprattutto per le sue trasposizioni cinematografiche, ovvero
<i>La cosa da un altro mondo</i> e<i> La cosa </i>(ci sarebbe una terza pellicola,
del 2011, ma provo profonda tristezza nell'annoverarla accanto a due
mostri sacri della fantascienza).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
La cosa più divertente è che mentre
mi accingevo a leggere il racconto, forviato soprattutto dal titolo
in inglese, non avevo la ben che minima idea che si trattasse della
storia resa famosa da <b>Carpenter </b>nel 82'. Dopo qualche pagina però,
oltre a qualche nome e soprattutto grazie alla location, mi sono reso
conto che si trattava de <i>La cosa</i>.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Ormai è da un paio di post che ricordo
a tutti la mia ignoranza, ebbene non sapevo che il film di Carpenter
fosse tratto da un romanzo, una sorpresa impreziosita dal fatto di
essere diventato il fortunato possessore di questa antologia!</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i>Who Goes There?</i> è stato pubblicato
sulla storica rivista <i><b>Astounding Science-Fiction</b></i> nel lontano<i>1938</i>.
Da quanto ho letto nella prefazione di Asimov però molto spesso
autori di tali capolavori dovevano cercare di pubblicare su riviste
specializzate che all'epoca venivano considerate spazzatura. La cosa
assurda è che oggi la situazione non è molto diversa, infatti oltre
a pochi appassionati, la fantascienza in Italia non viene considerata
un genere di consumo, finalizzata a far passare qualche ora vuota
durante le vacanze estive.
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://cdn.revista-exegesis.com/wp-content/uploads/2012/03/la-cosa-john-carpenter-1982-pelicula-copia.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://cdn.revista-exegesis.com/wp-content/uploads/2012/03/la-cosa-john-carpenter-1982-pelicula-copia.jpg" width="224" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
È riduttivo dire che ho amato la
storia di Campbell. La facilità con la quale l'autore riesce a
scrivere per immagini è incredibile. Quello che mi ha veramente
colpito però sono i dialoghi: deve essere stato davvero facile
trasformare la storia di Campbell in un film, sarebbe bastato infatti
fornire gli attori di una copia del racconto, il film si sarebbe
girato da solo! Le pagine sembrano quelle di una sceneggiatura, come
se l'autore avesse previsto l'approdo della sua storia sul grande
schermo. La scorrevolezza dell'azione è paragonabile a quella di un
fumetto, non a caso nel 1976, sulla rivista Starstream, <i>Who Goes
There?</i> è diventato un fumetto (scritto da Arnold Drake e disegnato
da Jack Abel).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Il racconto in Italia è stato
pubblicato in diverse <a href="http://www.fantascienza.com/catalogo/opere/NILF1017244/la-cosa-da-un-altro-mondo/">antologie</a>, purtroppo reperibili solo sul
mercato dell'usato. Sulla questione dei mercatini e delle bancarelle
dei libri usati mi piacerebbe scrivere un post a parte, per questo
non mi dilungo più di tanto...</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
(Non sono un fan degli ebook, anche
perché purtroppo mi ritrovo a leggerli sul pad retroilluminato, ma
se proprio non doveste trovarlo, qui c'è il <a href="http://www.amazon.it/cosa-Robotica-John-W-Campbell-ebook/dp/B00IMJVMJ4/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1456448855&sr=1-1&keywords=john+campbell">link </a>per acquistare l'ebook - no, non ci faccio una lira a linkarvelo xD)</div>
Blognautahttp://www.blogger.com/profile/14609920452556362285noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-7907439676415685330.post-40539374680637926302016-02-16T13:33:00.000+01:002016-02-16T13:37:04.274+01:00Heinlein - Fanteria dello spazio (1962)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://eshop.comicsedintorni.it/images/product/libus2_36.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://eshop.comicsedintorni.it/images/product/libus2_36.jpg" height="400" width="226" /></a></div>
Quando ho iniziato a leggere fantascienza, decisi che il modo migliore per approcciarsi ad un genere fosse partire dalle basi, mi gettai a capofitto quindi in tutti quei romanzi pubblicati nel dopoguerra. Andando a zonzo su internet e consultando anche <b><i>La Storia Illustrata della Fantascienza</i></b>, è saltato fuori che questo periodo è denominato epoca d'oro della fantascienza, un po' come la <i>golden age</i> dei fumetti americani insomma. Sì, io non sapevo neanche questo durante il liceo, ma come ho già detto altre volte sul blog: non leggevo parecchio prima dei diciassette.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Inutile dirvi che mi sono immediatamente innamorato della letteratura <i>sci-fi</i>, anzi devo praticamente la mia passione alla fantascienza scritta proprio agli anni <i>50'-60'</i>. Tra la letteratura di quel tempo, <b>Heinlein </b>è uno degli autori che preferisco, anche se fino a ora mi sono limitato a leggere qualche romanzo rivolto ai ragazzi, tra cui <b><i>Fanteria dello Spazio</i></b>. Sebbene il romanzo sia in prima persona, una tecnica narrativa che non amo, Heinlein è riuscito a farmi amare ogni capitolo, riuscendo a ribaltare il mio pregiudizio. </div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
Il titolo potrebbe ingannare chi si approccia all'autore per la prima volta, infatti anche io, quando presi tra le mani la mia fantastica copia <i><b>Urania </b></i>per la prima volta, mi ritrovai piuttosto spiazzato. Mi aspettavo parecchia azione, combattimenti, campi di battaglia e chi più ne ha più ne metta, anche perché il primo capitolo è pieno zeppo di alieni e azioni militari! In realtà gran parte del romanzo è ambientata nell'accademia militare.</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #f1c232; font-size: large;">TRAMA</span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<b>Juan Rico</b> vive in un futuro non troppo lontano, in cui il mondo è stato pacificato e, dopo una devastante guerra mondiale, si è instaurato un governo aristocratico che vede la Terra far parte di una Federazione di pianeti. Figlio di un ricco industriale, il giovane Rico sceglie di non lavorare nell'azienda paterna, ma di arruolarsi volontario nella fanteria dello spazio. Dopo un periodo di addestramento, Juan viene inviato al fronte; qui dovrà affrontare i nemici alieni impegnati in un conflitto senza tregua contro la specie umana.</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Juan Rico, il protagonista narrante, ci porta alla scoperta della fanteria spaziale, grazie all'azione sul campo certo, ma soprattutto attraverso la sua esperienza formativa di soldato. Il romanzo presenta una miriade di infodump (informazioni aggiunte dallo scrittore per facilitare la lettura in quanto lettore non potrebbe mai ricavare attraverso il testo). Se provate a <i>googolare </i>troverete una sfilza di articoli che vi spiegano come evitare questo “errore”, anche se in realtà non vedo cosa ci sia di male! Fanteria dello Spazio è classificabile come un romanzo di formazione e in quanto tale necessita di diversi infodump, se poi vogliamo andare a cercare il pelo nell'uovo, quasi tutti i romanzi fantasy e fantascientifici sono imbottiti da questo tipo di tecnica, anche perché è utilissima per poter descrivere un mondo che in fin dei conti non esiste. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quello che ho trovato veramente interessante dell'opera di Heinlein è il contesto sociopolitico. L'autore ci spiega come la democrazia abbia fallito e come al suo posto sia stata adottata una sorta di dittatura militare, anche se in sostanza di dittatura non si tratta. Il voto è accessibile solo ai militari che, secondo l'autore, sarebbero gli unici capaci di poter decidere questioni importanti, tutti i militari sono volontari, ergo mettono la loro vita tra il pericolo e il bene della comunità, mettendo in gioco un senso di responsabilità civile senza pari, il loro voto non può che andare a beneficio della comunità, questo sempre secondo Heinlein. Una teoria molto interessante, seppur non praticabile nella realtà.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una grossa fetta di romanzo è dedicata alla spiegazione della <i><b>tuta potenziata</b></i>, l'incredibile attrezzatura tuttofare in dotazione all'esercito spaziale. Considerando che il romanzo è del <i>62</i>, è impossibile non stupirsi davanti alla visionarietà di Heinlein.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quando ho finito di leggere Fanteria dello Spazio, il primo paragone che mi è passato per la mente è stato con <i><b>Full Metal Jacket</b></i>, soprattutto per quanto riguarda la parte dell'addestramento. Il senso di appartenenza e il dovere civile che l'opera trasuda è davvero senza pari. Non sono mai stato un grande fan di storie di guerra, ma consiglio vivamente a chiunque di recuperare questo gioiellino, anche se credo che la maggior parte degli appassionati di fantascienza abbiano già approcciato Heinlein e questo romanzo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dal romanzo sono stati tratti anche tre film, ma se ci tenete ai vostri occhi, sconsiglio categoricamente la visione, nonostante ci sia un <b>Neil Patrick Harris</b> alle prime armi che fa tanta tenerezza! </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Blognautahttp://www.blogger.com/profile/14609920452556362285noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-7907439676415685330.post-66374577976845042112016-02-15T11:30:00.000+01:002016-02-15T11:30:18.034+01:00Asimov - La fine dell'eternità (1955)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://image.anobii.com/anobi/image_book.php?item_id=014ac630df3ac1550f&time=&type=4" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://image.anobii.com/anobi/image_book.php?item_id=014ac630df3ac1550f&time=&type=4" height="400" width="260" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Quando ho aperto questo blog, mi ero
promesso di scrivere soprattutto recensioni letterarie. Quindi eccoci
qui, con questo primo esperimento.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Principalmente leggo fantascienza e
sono un tantino ossessionato da <b>Asimov</b>, ho scelto dunque di partire
proprio con un suo romanzo, ovvero<b><i> La fine dell'eternità</i></b>, riletto la
settimana scorsa.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
La prima volta che lessi questo romanzo
andavo alle superiori, mi stavo avvicinando proprio in quei mesi alla
lettura vera, quella hardcore per intenderci. Leggevo davvero poco
prima dei diciassette anni, oggi un po' me ne pento, fortuna che
durante tutti questi anni sono riuscito a recuperare.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Ho scelto La fine dell'eternità perché
è il mio romanzo di fantascienza preferito in assoluto, non solo
perché tratta il tema del viaggio nel tempo con un piglio nuovo,
soprattutto se consideriamo l'anno in cui è stato pubblicato, ma
perché mi ha avvicinato al mondo della letteratura <i>sci-fi</i>. Insomma
ho deciso di giocare in casa, anche perché non mi sento affatto
capace di recensire romanzi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="color: #f1c232; font-size: large;">TRAMA</span></div>
<blockquote class="tr_bq" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><b>Andrew Harlan</b> è un tecnico
appartenente alla casta degli <b>Eterni</b>, un ordine che si elevò sugli
esseri umani prendendosi la briga di modificare ogni evento storico
che potesse influire negativamente sulla storia dell'umanità.
Harlan è uno dei migliori in quello che fa, ma proprio per questo
finirà per entrare in un circolo vizioso di eventi che cambierà per
sempre la sua esistenza. Uno dei personaggi che contribuirà allo
stravolgimento della vita di Harlan è <b>Noys Lambent</b>, una <b>temporale
</b>assunta come segretaria dall'Eternità.</i></blockquote>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Quello che mi ha colpito sin dal primo
istante ne La fine dell'eternità è stata la descrizione della
struttura sociale fatta da Asimov. Solo un gruppo ristretto di umani
ha la possibilità di viaggiare nel tempo e non per una condizione
intellettuale, ma per una questione semplicemente sociale. In effetti
gli Eterni sono paragonabili a dei monaci, soprattutto per la vita
austera che sono costretti a vivere a causa del loro compito e della
loro condizione. Forse è proprio questa caratteristica a rendere La
fine dell'eternità un romanzo molto diverso da tutte le altre storie
che trattano il viaggio nel tempo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
L'edizione che ho riletto la settimana
scorsa ha una bellissima prefazione di <b>Giuseppe Lippi </b>(Mondadori).
Lippi parla della relazione tra il romanzo e la vita di Asimov
durante la stesura dello stesso e del rapporto piuttosto conflittuale
che lo scrittore russo aveva con il mondo accademico, il romanzo è
stato scritto proprio durante il periodo trascorso dall'autore a
Boston (1950-55). Asimov considerava particolarmente snob tutto
l'ambiente della<i> Boston University School of Medicine</i>, questa sua
condizione si riversa, con ogni probabilità, sul personaggio di
Harlan che difatti è un uomo solo, tra le altre cose ebreo, che si
trova a dover combattere praticamente contro tutto e tutti. La
caratterizzazione del protagonista de La fine dell'eternità dunque è
riconducibile anche all'emarginazione di Asimov, al suo sentirsi un
eterno escluso, come se dopo essere arrivato in America con i
genitori non si fosse mai riuscito a integrare fino in fondo. Forse è
anche per questo che questo romanzo mi sta tanto a cuore, sento il
personaggio di Andrew Harlan molto vicino a me, soprattutto dopo
averlo riletto (sì, l'università non è l'ambiente che
preferisco...).</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<br />
La fine dell'eternità offre anche un
ottimo spunto di riflessione per quanto riguarda <b>Fondazione</b>. Infatti
in qualche modo la fine del romanzo ci spiega per quale motivo Asimov
non abbia introdotto alcuna forma di vita aliena all'interno del suo ciclo di
romanzi più famoso. È come se l'autore creasse una sua propria
continuity, un po' come quella presente all'interno delle case
editrici di fumetti statunitensi <b>Marvel </b>e <b>DC</b>.</div>
</div>
Blognautahttp://www.blogger.com/profile/14609920452556362285noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7907439676415685330.post-37728263986007524922016-02-13T11:00:00.000+01:002016-02-13T11:00:06.425+01:00Dylandogge: Color Fest 16 - Tre passi nel delirio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.sergiobonelli.it/resizer/381/-1/true/1451468740640.jpg--dylan_dog_color_fest_16_cover.jpg?1451468741000" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.sergiobonelli.it/resizer/381/-1/true/1451468740640.jpg--dylan_dog_color_fest_16_cover.jpg?1451468741000" height="320" width="241" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Partiamo da questo presupposto: un buon
wannabe legge <b>Dylan Dog</b>. Spesso però se ne lamenta come se non ci
fosse un domani, perché lui è un lettore navigato, esperto, ma
soprattutto informato. Io invece ho iniziato a leggere Dylan da circa
un annetto, precisamente dal numero <b>337</b>, vi lascio immaginare la mia
conoscenza del personaggio. Però ho imparato ad apprezzarlo, anzi, a
dirla tutta ho iniziato ad avvicinarmi al fumetto seriale italiano
proprio grazie all'indagatore dell'incubo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
I <b>Color Fest</b> sono un'ottima possibilità
per noi lettori gggiovani di poter apprezzare questo personaggio pur
non sapendo quanti peli ha sul pube. <b>Le storie sono sperimentali</b>, non
sono quindi scritte e disegnate con lo stile che contraddistingue gli
albi di Dylan Dog, per non parlare del fatto che sono una vetrina
fantastica per artisti incredibili.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Questo albo in particolare, il numero
sedici, uscito lo scorso 9 febbraio, mi ha decisamente colpito.
Questo è il terzo Color Fest che compro, quindi a rigore di logica
sono un assiduo lettore di questa testata e posso sentirmi colpito,
ecco.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
La prima storia è scritta e disegnata
da <b>Ausonia</b>, un'artista che da buon wannabe non conoscevo affatto, ma
che grazie a <b>Bonelli </b>cercherò di approfondire. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xpl1/v/l/t1.0-0/p480x480/11953221_1486587914995136_6404126136800120440_n.jpg?oh=c9c9fe78bbb80486d9b026b4f4f00bdd&oe=57616B7F" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xpl1/v/l/t1.0-0/p480x480/11953221_1486587914995136_6404126136800120440_n.jpg?oh=c9c9fe78bbb80486d9b026b4f4f00bdd&oe=57616B7F" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><i>Sir Bone –
Abiti su misura</i></b> è a mani basse la mia storia preferita di questo
numero sedici, non solo grazie ai disegni e ai colori, ma soprattutto
per la sceneggiatura. Lo stile grottesco che entra in gioco fin dalle
prime tavole è sublime. Non so cosa darei per poter partorire storie
macabre come questa di Ausonia, sul serio non lo so.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Non è solo però una questione
d'orrore. Sir Bone è una storia profonda, che fa riflettere. Forse è
</div>
<div style="text-align: justify;">
questa la ricetta per le buone storie: riuscire a coinvolgere il
lettore anche dopo la lettura.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
È difficile indossare i propri abiti
tutti i giorni, ovviamente non parlo di una semplice giacca o di una
bella camicia. Dover essere se stessi tutti i giorni è un'ardua
impresa, ma è uno sporco lavoro che solo noi stessi possiamo
svolgere, quindi ci tocca coprire la nostra brutta pellaccia con
un'armatura invisibile, spesso putrida e malandata, e sopravvivere.
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<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.sergiobonelli.it/upload/1451468933547.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="http://www.sergiobonelli.it/upload/1451468933547.jpg" height="320" width="242" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
La seconda storia mi è sì piaciuta,
ma non quanto la prima, forse perché non sono riuscito a capirla
appieno. Forse delle tre è quella che mi è piaciuta meno,
ciononostante resta un'ottima storia.
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<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b><i>Grick Grick</i></b> è scritta, disegnata e
colorata da<b> Marco Galli</b>, e sempre perché io sono un tipo informato,
prima di leggere questa storia non avevo la ben che minima idea di
chi fosse.
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<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
La storia ha un tono più leggero di
Sir Bone, ma con l'avanzare delle tavole questa mia affermazione
verrà pian piano smentita, anche perché il demone protagonista
della storia inizia a inquietare e non poco.
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<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Io vorrei davvero poter dire di più
sui disegni, mi piacerebbe un casino, ma non sono affatto nella
posizione di poter scrivere <i>pipponi </i>sulla scelta del colore o su la
fantomatica prospettiva. Posso dire che però ho preferito Sir Bone
anche per le inquadrature scelte da Ausonia, non sempre scontate,
mentre Grick Grick mi è sembrata un pochino più canonica per quanto
riguarda la “regia” delle tavole. Voglio puntualizzare che lo
dico da <i>ignorantone</i>, quello che so sull'inquadratura l'ho imparato da
qualche libro leggiucchiato e da blog di sceneggiatori generosi.
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<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
La terza e ultima storia invece è un
misto tra le prime due. Mi riferisco alla sperimentalità (non ho<b>Aka B</b> e se sapessi disegnare bene almeno la metà di come fa lui,
sarei sul <i>webbe </i>con la mia pagina facebook a <i>spammare </i>storie a
fumetti, sicuramente non qui a far finta di saper scrivere.
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://i1.wp.com/www.badcomics.it/wp/wp-content/uploads-badcomics/2016/02/0.3-.jpg?fit=303%2C400&quality=85&strip=all" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="http://i1.wp.com/www.badcomics.it/wp/wp-content/uploads-badcomics/2016/02/0.3-.jpg?fit=303%2C400&quality=85&strip=all" height="320" width="242" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
trovato una parola migliore) e non ai contenuti. Quello che colpisce
a primo impatto sono sicuramente i disegni, parecchio diversi dalle
prime due storie. Sono sicuro che il wannabe medio avrà pensato
“guarda sta merda, mo vado a disegnarle anche io ste due
fregnacciate e finisco su Dylandogge”. NO. Ho amato i disegni di
</div>
<div style="line-height: 0.53cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 1; text-align: justify;">
Il
titolo è l'apoteosi della sintesi: <b><i>Claustrophobia</i></b>. Vorrei saper dire
di più, ma il titolo dice già tutto.
</div>
<div style="line-height: 0.53cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 1; text-align: justify;">
<span style="line-height: 0.53cm;"><br />Il titolo e la scelta di tre storie è un vero e proprio colpo di
classe, la cosiddetta ciliegina sulla torta.. </span><span lang="it-IT" style="line-height: 0.53cm;"><b><i>Tre
passi nel delirio</i></b> è anche il titolo di un film a più mani del 1968,
diretto da </span><span style="line-height: 0.53cm;"><b>Louis Malle</b>,<b> Roger Vadim </b>e da nientepopodimeno che
<b>Federico Fellini</b>, suddiviso appunto in 3 episodi liberamente ispirati
a racconti di <b>Edgar Allan Poe</b>. Insomma il massimo. Correte a
comprarlo! (No, purtroppo la Bonelli non mi paga...).</span></div>
<div style="line-height: 0.53cm; margin-bottom: 0cm; orphans: 1; text-align: justify;">
<a href="https://www.blogger.com/null" name="firstHeading"></a><br /></div>
Blognautahttp://www.blogger.com/profile/14609920452556362285noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7907439676415685330.post-25688665523801039952016-02-12T23:05:00.000+01:002016-02-12T23:24:52.134+01:00Chiudete questo blog.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://sites.psu.edu/gregyes/wp-content/uploads/sites/21775/2015/05/blogger-meme-6.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://sites.psu.edu/gregyes/wp-content/uploads/sites/21775/2015/05/blogger-meme-6.jpg" height="311" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Ho perso il conto dei blog ho aperto durante gli ultimi due anni. Anzi, lo dico per precauzione, vi consiglio di non farvi piacere più di tanto i miei contenuti, non che ci sia il pericolo che succeda, ma è probabile che come gli altri anche questo blog venga abbandonato.</div>
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Sì, questo è a tutti gli effetti un diario. Oltre alle mie disavventure da <i>wannabe</i>, posterò recensioni, riflessioni e tutta roba di cui non importa a nessuno, ma fa figo e ritengo di dover pubblicare anche io qualcosa sul <i>webbe</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Prima di lanciarmi in questa cosa, trovo doveroso spiegare cos'è un <i>wannabe</i>. Potreste <i>googlarlo</i>, certo, ma non troverete la definizione di <i>wannabe italiano</i>. Il <i>wannabe </i>italiano è una creatura antropomorfa che sopravvive nella vana speranza un giorno di riuscire a diventare qualcuno pur non facendo un cazzo. Esattamente quello che faccio io. Ok, diciamo che io qualcosa la faccio, anche perché se non stessi facendo nulla non avrei aperto questo blog. Torniamo a noi. Il <i>wannabe </i>italiano nello specifico è legato al mondo della letteratura e del fumetto. Insomma due mondi quasi inaccessibili, ma questa è una vitaccia e uno deve pur sognare.</div>
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Il prototipo perfetto è trentenne, ancorato alle sue convinzioni da “eh ma la roba anni ottanta era meglio” e soprattutto è un super mega <a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/0/06/Uomo_dei_fumetti.png/280px-Uomo_dei_fumetti.png">espertone</a>, soprattutto quando il <i>wannabe </i>in questione è un fan del fumetto italiano, <i>bonellidi </i>in particolare. Io invece sono ignorante. Non lo dico per fare il tipo controcorrente eh, sono davvero ignorante, anzi con ogni probabilità non sono nemmeno bravo a scrivere, però anche i bambini ciccioni e scoordinati hanno il diritto di sognare di diventare calciatori!</div>
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<br /></div>
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Scrivo per diversi siti d'informazione <i>pop </i>e <i>nerd</i>, solo che lì c'è gente che corregge le puttanate che posto, mentre qui tutto è nelle mie mani e con queste premesse potete ben capire che ne uscirà un <i><a href="https://encrypted-tbn3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQ7DKcQs7oKxsTJC-hskfNu3MPpAqfk6buf6A1AXxhtal1iZo-r3g">mappazzone</a></i>, però oh, io vi ho avvertito.</div>
Blognautahttp://www.blogger.com/profile/14609920452556362285noreply@blogger.com10