Quando ho aperto questo blog, mi ero
promesso di scrivere soprattutto recensioni letterarie. Quindi eccoci
qui, con questo primo esperimento.
Principalmente leggo fantascienza e
sono un tantino ossessionato da Asimov, ho scelto dunque di partire
proprio con un suo romanzo, ovvero La fine dell'eternità, riletto la
settimana scorsa.
La prima volta che lessi questo romanzo
andavo alle superiori, mi stavo avvicinando proprio in quei mesi alla
lettura vera, quella hardcore per intenderci. Leggevo davvero poco
prima dei diciassette anni, oggi un po' me ne pento, fortuna che
durante tutti questi anni sono riuscito a recuperare.
Ho scelto La fine dell'eternità perché
è il mio romanzo di fantascienza preferito in assoluto, non solo
perché tratta il tema del viaggio nel tempo con un piglio nuovo,
soprattutto se consideriamo l'anno in cui è stato pubblicato, ma
perché mi ha avvicinato al mondo della letteratura sci-fi. Insomma
ho deciso di giocare in casa, anche perché non mi sento affatto
capace di recensire romanzi.
TRAMA
Andrew Harlan è un tecnico appartenente alla casta degli Eterni, un ordine che si elevò sugli esseri umani prendendosi la briga di modificare ogni evento storico che potesse influire negativamente sulla storia dell'umanità. Harlan è uno dei migliori in quello che fa, ma proprio per questo finirà per entrare in un circolo vizioso di eventi che cambierà per sempre la sua esistenza. Uno dei personaggi che contribuirà allo stravolgimento della vita di Harlan è Noys Lambent, una temporale assunta come segretaria dall'Eternità.
Quello che mi ha colpito sin dal primo
istante ne La fine dell'eternità è stata la descrizione della
struttura sociale fatta da Asimov. Solo un gruppo ristretto di umani
ha la possibilità di viaggiare nel tempo e non per una condizione
intellettuale, ma per una questione semplicemente sociale. In effetti
gli Eterni sono paragonabili a dei monaci, soprattutto per la vita
austera che sono costretti a vivere a causa del loro compito e della
loro condizione. Forse è proprio questa caratteristica a rendere La
fine dell'eternità un romanzo molto diverso da tutte le altre storie
che trattano il viaggio nel tempo.
L'edizione che ho riletto la settimana
scorsa ha una bellissima prefazione di Giuseppe Lippi (Mondadori).
Lippi parla della relazione tra il romanzo e la vita di Asimov
durante la stesura dello stesso e del rapporto piuttosto conflittuale
che lo scrittore russo aveva con il mondo accademico, il romanzo è
stato scritto proprio durante il periodo trascorso dall'autore a
Boston (1950-55). Asimov considerava particolarmente snob tutto
l'ambiente della Boston University School of Medicine, questa sua
condizione si riversa, con ogni probabilità, sul personaggio di
Harlan che difatti è un uomo solo, tra le altre cose ebreo, che si
trova a dover combattere praticamente contro tutto e tutti. La
caratterizzazione del protagonista de La fine dell'eternità dunque è
riconducibile anche all'emarginazione di Asimov, al suo sentirsi un
eterno escluso, come se dopo essere arrivato in America con i
genitori non si fosse mai riuscito a integrare fino in fondo. Forse è
anche per questo che questo romanzo mi sta tanto a cuore, sento il
personaggio di Andrew Harlan molto vicino a me, soprattutto dopo
averlo riletto (sì, l'università non è l'ambiente che
preferisco...).
La fine dell'eternità offre anche un ottimo spunto di riflessione per quanto riguarda Fondazione. Infatti in qualche modo la fine del romanzo ci spiega per quale motivo Asimov non abbia introdotto alcuna forma di vita aliena all'interno del suo ciclo di romanzi più famoso. È come se l'autore creasse una sua propria continuity, un po' come quella presente all'interno delle case editrici di fumetti statunitensi Marvel e DC.
Ho letto tantissimi anni fa il ciclo della Fondazione: ero in fase sci-fi :D Negli anni ho tralasciato il genere, non per motivazioni specifiche eh! Ultimamente sono di nuovo ispirata, dunque segno questo titolo, che pare assai interessante!
RispondiEliminaCiao e buon week end ^^
Ciao Glò e benvenuta!
EliminaSono felice che tu ti sia riavvicinata alla fantascienza. La fine dell'eternità potrebbe essere un ottimo romanzo per riprendere, te lo consiglio soprattutto per il finale collegato appunto alla fondazione, anzi quando lo leggi sarei molto felice di scambiare qualche considerazione con te!