Ho perso il conto dei blog ho aperto durante gli ultimi due anni. Anzi, lo dico per precauzione, vi consiglio di non farvi piacere più di tanto i miei contenuti, non che ci sia il pericolo che succeda, ma è probabile che come gli altri anche questo blog venga abbandonato.
Sì, questo è a tutti gli effetti un diario. Oltre alle mie disavventure da wannabe, posterò recensioni, riflessioni e tutta roba di cui non importa a nessuno, ma fa figo e ritengo di dover pubblicare anche io qualcosa sul webbe.
Prima di lanciarmi in questa cosa, trovo doveroso spiegare cos'è un wannabe. Potreste googlarlo, certo, ma non troverete la definizione di wannabe italiano. Il wannabe italiano è una creatura antropomorfa che sopravvive nella vana speranza un giorno di riuscire a diventare qualcuno pur non facendo un cazzo. Esattamente quello che faccio io. Ok, diciamo che io qualcosa la faccio, anche perché se non stessi facendo nulla non avrei aperto questo blog. Torniamo a noi. Il wannabe italiano nello specifico è legato al mondo della letteratura e del fumetto. Insomma due mondi quasi inaccessibili, ma questa è una vitaccia e uno deve pur sognare.
Il prototipo perfetto è trentenne, ancorato alle sue convinzioni da “eh ma la roba anni ottanta era meglio” e soprattutto è un super mega
espertone, soprattutto quando il
wannabe in questione è un fan del fumetto italiano,
bonellidi in particolare. Io invece sono ignorante. Non lo dico per fare il tipo controcorrente eh, sono davvero ignorante, anzi con ogni probabilità non sono nemmeno bravo a scrivere, però anche i bambini ciccioni e scoordinati hanno il diritto di sognare di diventare calciatori!
Scrivo per diversi siti d'informazione
pop e
nerd, solo che lì c'è gente che corregge le puttanate che posto, mentre qui tutto è nelle mie mani e con queste premesse potete ben capire che ne uscirà un
mappazzone, però oh, io vi ho avvertito.